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Le farfalle appartenenti alla famiglia Lycaenidae sono di dimensioni medie.
Esse posseggono generalmente colori vivaci e zampe atte alla deambulazione, benché i maschi
non abbiano i tarsi ben sviluppati. Le larve dei Lycaenidae presentano morfologia esterna
simile agli isopodi terricoli.
A
questa famiglia, e più precisamente alla sottofamiglia Polyommatinae,
appartiene il genere Maculinea
.
In Europa
sono conosciute 5 specie appartenenti a Maculinea ed esattamente:
Maculinea arion, Maculinea alcon, Maculinea
nausithous, Maculinea sp
. e
Maculinea
telesius .
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Ogni singola specie presenta un ciclo vitale molto specializzato poiché le piante nutrici sono
ridotte a pochissimi specie e la spiccata
mirmecofilia ne
condiziona l’esistenza alla presenza di nidi di formiche del genere
Myrmica
.
Studi a livello europeo hanno
stabilito che il genere Maculinea è tra quelli più a rischio di
estinzione fra i Lepidotteri mondiali. Non stupisca quanto scritto poiché in
Olanda, la Maculinea telesius
, si è già estinta e solo di recente è stata reintrodotta.
Fra i vari
studi effettuati si può citare quello svoltosi a Rhone, in Francia, presso la
Riserva Naturale di Lavours Marsh. Qui, la colonie di Maculinea telesius
e di Maculinea nausithous
, hanno subito seri danni dall’aumento del pascolo estivo,
poiché gli erbivori brucano la pianta nutrice
(Sanguisorba
officinalis ) nel cui capolino floreale vengono deposte le uova delle
farfalle. Ma non solo; in altre zone del parco è aumentata la superficie di
terreno lasciato incolto e che, quindi, sta subendo un’evoluzione verso il bosco
con conseguenze disastrose per la soprav- vivenza della Sanguisorba
officinalis
che viene soffocata dalla crescita degli arbusti.
Quanto scritto evidenzia il
delicato equilibrio biologico che permette la vita delle farfalle del genere
Maculinea. A tutto ciò si aggiunga la stretta dipendenza dalle formiche
del genere Myrmica
che, a loro volta, presentano altrettante delicate problematiche legate
ad equilibri ambientali.
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In alcune zone di Val della Torre è segnalata la
presenza di Maculinea telesius e,
nel recente passato, fu richiesta, dalla Provincia di Torino, la possibilità di istituire
una zona protetta dove identificare il biotipo della farfalla in questione
(dicesi biotipo quell’ individuo che presenta le caratteristiche morfologiche
tipiche della specie).
Il parere della Giunta Comunale valtorrese allora in
carica fu negativo perché il vincolo avrebbe gravato sull’attività agricola in maniera seria.
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Oltretutto, come scritto in
precedenza, occorre mantenere condizioni di equilibrio naturale molto delicate
e, se a tutt’oggi Maculinea telesius non è in pericolo non si comprende
perché si debba intervenire rischiando di alterare i rapporti del biocomplesso
Maculinea–Sanguisorba–Myrmica
(eccessivo rimboschimento ecc.).
Ci si augura soltanto che le condizioni che permettono la vita di questa farfalla
non vengano alterate in senso opposto (espansione urbanistica, eccessivo pascolo
degli erbivori ecc.).
Se tutto
questo gioco di equilibri rimarrà come ora potremo ancora deliziarci nel veder
volare questo delicato insetto che, in estate, concorre a riempire di colore i
nostri versanti montani
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