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L’Euphorbia gibelliana è una pianta erbacea che non ha nulla di particolarmente appariscente ma, nella sua semplicità, è unica al mondo.

Questa peculiarità ha motivato la costituzione della Riserva Naturale Integrale Madonna della Neve sul Monte Lera che si estende dalle pendici del Monte Lera (m.1371) al Monte Bernard (m.1078), quindi alla Punta Fournà (m.1128) e alla Bassa delle Sette (m.1170).

Il territorio, altimetricamente compreso tra i 1300 e i 1125 metri di quota, è dislocato nei comuni di Givoletto e Varisella.
 
La storia dell’Euphorbia gibelliana ebbe inizio verso la fine dell’era Cenozoica quando un’altra Euphorbia (l’Euphorbia hyberna L.) colonizzò l’Europa centrale giungendo sino alle nostre latitudini. All’inizio dell’era Neozoica; vicende ambientali, climatiche e geologiche, fecero sì che dall’Euphorbia hyberna evolvessero tre nuove specie (alcuni studiosi le considerano sottospecie) ed esattamente:
- Euphorbia canuti, sulle Alpi Marittime occidentali
- Euphorbia insularis, su Appennino Ligure, Alpi Apuane, in Corsica e Sardegna
- Euphorbia gibelliana, in Piemonte

L’Euphorbia hyberna, al variare delle condizioni climatiche, abbandonò i territori, colonizzati alla fine del Cenozoico, ritirandosi nell’areale da cui si era propagata (le coste atlantiche).
Le tre essenze vegetali residue continuarono i loro processi evolutivi in un perfetto isolamento che portò ad un aumento marcato delle diversità.
Salvatasi dalle glaciazioni, grazie al fatto che la zona di crescita non fu interessata dal fenomeno (zona di rifugio), l’Euphorbia gibelliana è ora stabilmente inserita nella vegetazione locale.
 

Oltre che nella superficie della Riserva, l’Euphorbia gibelliana è stata segnalata anche in altre località limitrofe :
- Monte Rosselli (m.1200) (Peola,1892)
- Colle della Portia (m.1328) (1977)
- Alpe della Portia (m.1230) (1977)
- Monte Arpone (m.1600), versante N-W (1977)
- Colle del Lys (m.1311) (1977)
- Monte Musinè (m.1150) (Mussa,1940)
- Uia di Calcante (m.1614) (Gola,1909)
- Punta Calcaluna (Gola,1909)
- Punta Lunelle (m.1384), Pessinetto (Santi,1908)
- Monte Corno (m.1227) (Santi,1917)

Come si può desumere dalla località sopra scritte, l’areale di crescita della nostra Euphorbia non riguarda solo al zona protetta ma tocca comuni vicini quali: Val della Torre, Caselette, La Cassa, Vallo, Varisella, Cafasse, Monasterolo, Traves, Viù e altri.
 

- Biologia ed ecologia della specie -
L’Euphorbia gibelliana venne descritta per la prima volta nel 1892 da Paolo Peola che la dedicò a Giuseppe Gibelli allora docente di botanica e Direttore dell’Orto Botanico di Torino.
Si tratta di un’essenza erbacea perenne con un rizoma ipogeo del diametro di 2 o 3 centimetri e di lunghezza compresa tra i 10 e i 30 centimetri. La parte aerea della pianta, eretta e priva di ramificazioni, raggiunge un’altezza di 60 / 80 centimetri e presenta foglie ellittico-lanceolate sessili provviste di una fine peluria.
La sommità del fusto si diparte in 5 rametti che recano ognuno un singolo fiore (detto da alcuni Autori ciazo) contornato da una brattea fogliare composta da 5 foglie giallo-verdastre. L’impollinazione, essenzialmente entomofila, è praticata da insetti ascrivibili agli ordini Hymenoptera e Diptera; la disseminazione della specie sembra dovuta ad alcune formiche attratte dalla parte carnosa del seme.
Il frutto è una capsula globiforme contenente i semi rossicci. Raggiunta la maturazione dei frutti nel mese di luglio, la pianta inizia a seccare e, nella seconda metà di agosto, la sua parte aerea scompare.
L’Euphorbia gibelliana, che cresce in ammassi cespugliosi comprendenti fino a 40 individui; predilige terreni acidi (pH 4,5 / 5,3) molto sassosi, ben soleggiati e mai al di sotto dei 1000 metri di quota.
L’umidità dell’areale di crescita può essere dedotta dai dati rilevati dalla stazione pluviometrica di Val della Torre, che denotano un’elevata piovosità estiva, e dalle rilevazioni sul campo dell’umidità relativa che oscilla tra l’86% e il 93%. L’Euphorbia gibelliana risulta quindi essere una specie mesofila.

- Conclusioni -
Il fatto che la Riserva Naturale Integrale Madonna della Neve sul Monte Lera sia, a tutt’oggi, l’unica stazione al mondo in cui vegeti l’Euphorbia gibelliana Peola, giustifica di per sé l’istituzione del vincolo ambientale ma, nell’area protetta vivono anche altre specie vegetali molto rare e non ultima è la presenza dei boschi di Tiglio, alquanto inconsueti in Piemonte.
Queste considerazioni su quest’endemismo piemontese vogliono far si che sia nota l’importanza mondiale di questa zona botanica e che non si dimentichi l’adeguata salvaguardia di questo grande patrimonio naturalistico.

- Bibliografia -
- AAVV “Madonna dlla Neve Monte Lera” - Ass. Ital. Naturalisti - Collana Piemonte Parchi della guida regionale del Piemonte Vol. 9 - Ediz. Regione Piemonte, 1979
- Montacchini F. “Una specie unica al mondo” - Piemonte Parchi n°20 nov./dic.1987, (17) - Ediz. Regione Piemonte

Giovanni VISETTI
g.visetti@valdellatorre.it

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