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La situazione stava cambiando e si cominciava a sentire vicina la Liberazione. Le forze
partigiane presidiarono ponti, dighe, fabbriche ed ogni altro luogo che potesse essere
oggetto di attentati da parte del nemico in ritirata e si prepararono all’insurrezione finale.
Le perdite umane, dovute alla barbarie fascista di questi giorni, furono notevoli.
I distaccamenti della 17a Brigata, stanziati a valle, dopo l’ordine di svallamento, dovettero
contrapporsi all’obbiettivo nemico di infliggere colpi decisivi alla Resistenza partigiana.
Le necessità operative mutate richiesero maggiore mobilità e agilità alle
squadre partigiane che costituirono dei punti di riferimento stabili in varie zone come
Cascina delle Monache, Brione e alte località in Val della Torre.
Bisognava colpire e sparire celermente. In una di queste azioni, il 7 febbraio 1945, venivano
individuati e fucilati a Brione Farinelli Lodovico (Parin) di Torino, Fusari Mario (Cavour) di
Milano e La Rosa Angelo (Cili) di Torino.
Un cippo,
sito in via Alpignano poco prima della scuola elementare, ricorda il sacrificio
di questi valorosi.
Poco prima della serrata finale il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) provvide ad emanare
disposizioni atte a conferire il massimo di unità alle brigate partigiane variandone la
struttura.
La 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima” venne mutata in 1a Brigata “Felice Cima” ed i
Garibaldini, come tutti gli altri partigiani, vennero definiti Patrioti.
La sera del 24 aprile il Comitato di Liberazione Nazionale impartì, a tutti i Comandi di
Zona, l’ordine n°3000/5 di insurrezione con la seguente circolare : “Aldo dice 26 x 1. Nemico
in crisi finale. Applicate piano E27. Capi nemici et dirigenti fascisti in fuga. Fermate tutte
le macchine et controllate rigorosamente passeggeri trattenendo persone sospette. Comandi Zona
interessati abbiano massima cura assicurare viabilità forze alleate su strada Genova –
Torino et Piacenza – Torino”.
Il mattino seguente lo stesso dispaccio venne trasmesso dai Comandi di Zona alle formazioni
partigiane.
Le brigate partigiane in valle insorsero liberando i territori sotto la loro giurisdizione e
la 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima” (noi la chiameremo ancora così) si attestò
sulla linea Rivoli – Cafasse ostruendo così la via di fuga ai tedeschi in ritirata che,
fermati, vennero tradotti al campo di prigionia di San Gillio – Givoletto.
Il 26 aprile la maggior parte delle formazioni partigiane scese verso Torino collaborando alla
liberazione della città. Il 6 maggio 1945 la 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima”
partecipò con giusto orgoglio alla sfilata in una Torino finalmente libera.
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