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Da Val della Torre a Villardora e da Brione a Venaria Reale vennero formati dei gruppi mobili allo scopo di proteggere le vallate dove, i distaccamenti “Mulatero”, “Girotto”, “Mondiglio”, “Tolmino”, “Callet”, “Rossi-Ampelio”, “Zulian”, “Faleschini” e “Polizia e officina”, formarono l’ossatura della 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima” con più di 500 partigiani.

Il 18 agosto 1944 venne messo in opera, da circa 170 partigiani appartenenti alla III divisione Garibaldi di cui la maggior parte facenti capo alla 17a Brigata “Felice Cima”, un piano studiato meticolosamente per colpire l’Aeritalia.
Scopi dell’azione erano: impossessarsi di armamenti, sabotare gli impianti e, non ultimo, l’effetto psicologico generato da un colpo di tale rilevanza. I gruppi, al comando di Vittorio Blandino, Mario Castagno e Pino Monfrino, in 3 ore circa sabotarono il materiale bellico e distrussero archivi e disegni.
Con la fattiva collaborazione degli operai, caricarono sugli autocarri: equipaggiamento militare, carburante, moschetti, munizioni e 180 mitragliatrici.

La 17a brigata Garibaldi “Felice Cima” partecipò a numerosi altri colpi di mano che misero a dura prova le milizie fasciste. Tra questi ricordiamo il colpo alla polveriera di Caselette, al Monopolio di Stato e l’appropriazione di quintali di cereali prelevati dai magazzini della “Folgore” di Rivoli (colpo conosciuto come “la cena delle beffe”).

L’attività di propaganda vide nascere, nell’agosto 1944 un giornale murale, curato dal distaccamento Faleschini, titolato “Saetta Garibaldina”. Altri distaccamenti della 17a pubblicarono giornali propagandistici per mantenere un contatto con la popolazione civile; tra essi ricordiamo: “Col del Lys” del distaccamento “Mulatero”, “I Cavalieri della Macchia” del “Mondiglio”, “Il Partigiano” del “Tolmino”, “La tre Vedette” del “Girotto”, mentre il Comando di Brigata pubblicò “Sentinella Garibaldina”.

I rastrellamenti continuarono a ritmo serrato e la 17a Brigata fu nell’occhio del ciclone.
Il 6 gennaio 1945, in seguito ad una segnalazione giunta al Comando di Brigata dal SIM (Servizio di Informazione Militare) secondo cui i nazifascisti stavano preparando un grande rastrellamento in zona, venne impartito l’ordine di svallamento in pianura e i distaccamenti furono spostati nelle seguenti località: · Distaccamento “Girotto” ad Alpignano – Torino · Distaccamento “Mulatero” a San Gillio – Pianezza · Distaccamento “Mondiglio” a Pianezza – Torino · Distaccamento “Tolmino” a Druento – Torino · Distaccamenti “Rossi-Ampelio” a Varisella · Distaccamento femminile “Anita Garibaldi” a Torino · Distaccamento del Commissariato civile a Leumann
Anche il comando venne dislocato a San Pancrazio (Pianezza) dove agivano il Gruppo Intendenza e il distaccamento “Callet”.

L’11 gennaio 1945 venne catturato, seviziato ed in seguito trucidato il partigiano valtorrese Gallo Albino di soli 23 anni.
Cinquemila fascisti e tedeschi raggiunsero, l’11 gennaio, Rubiana e, non trovando traccia dei partigiani della 17a, sfogarono la loro collera contro una squadra del distaccamento Faleschini ed alcuni garibaldini rimasti in loco per attirare il nemico senza accettare scontri.
La rappresaglia non si fermò qui ma coinvolse anche la popolazione civile; tutto ciò che poteva essere dei partigiani venne distrutto, alcune abitazioni civili furono devastate ed i magazzini della Brigata vennero saccheggiati.

Nella stessa giornata, il comandante Amedeo Tonani (Deo) fu intercettato da una squadra nazifascista, alla Madonna della Bassa, mentre scendeva a Val della Torre per recarsi ad una riunione a San Pancrazio.
All’intimazione di alzare le mani Deo rispose estraendo la pistola e facendo fuoco, riuscì così a salvarsi pur rimanendo gravemente ferito alla coscia destra.

Pochi mesi dopo, il 29 marzo 1945 in località Pra du Col (Monpellato), il comandante Amedeo Tonani (Deo) cadde sotto il fuoco nemico. Nell’estremo tentativo di salvare il suo vice comandante, Deo fu colpito e morì il giorno successivo.
Fu purtroppo inutile il nobile gesto poiché, il vice comandante della 17a Brigata, Rapuzzi Sergio (Pucci), perse la vita colpito al ventre da una pallottola dirompente.
Con loro perirono altri quattro giovani partigiani: Gino, Paolo, Romualdo e Zini. A colmare le cariche vacanti dopo i tragici fatti sopra scritti, vennero insediati Rolle Pietro (Barba) come comandante e Torre Luciano (Luciano) come vice. Il comandante Barba fu ucciso in un conflitto a fuoco il 4 aprile 1945 e a lui successe Castagno Mario (Mario).

Da Val della Torre, dove in quel periodo il distaccamento “Mulatero” presidiava la mezza costa verso Madonna della Bassa, transitarono gruppi di partigiani che, da li, ripresero la via dei monti per poter contrastare la rappresaglia nazifascista.

Giovanni VISETTI
g.visetti@valdellatorre.it

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