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Petizione UE 949/2003 contro la
Torino Lyon
presso la Commissione Europea Petizioni Popolari.
Con queste righe vogliamo mettere al corrente tutti i valtorressi ed i
simpatizzanti e membri del locale comitato spontaneo anti Tac Tav sull'esito
della petizione
presentata alla Commissione Europea dei Trasporti
, una delle iniziative intraprese per far conoscere anche a livello
“parlamentare europeo” la voce dei cittadini “interessati” da questa “grande”
opera.
Gli intenti di questa iniziativa sono quelli di far conoscere il problema in
tutti i suoi dettagli anche nel parlamento europeo, presentare documenti
tecnici ed articoli giornalistici a sostegno delle nostre
ragioni, evidenziare la reale opposizione delle popolazioni locali poichè,
solitamente, l’Unione Europea non finanzia opere che non siano approvate dai
cittadini locali. Ricordiamo infatti che almeno il 10% dei costi di
progettazione dell'opera (costo totale previsto 30.000-40.000 milioni di Euro)
dovrebbero essere coperti dall’Unione Europea.
Questa iniziativa cerca ovviamente di contrastare la costruzione dell’opera
evidenziando soprattutto
- la mancanza di Valutazione di Impatto Ambientale: in particolare ci riferiamo
al "cunicolo" di 6 mt di diametro lungo 7-10 Km di Venaus che in pratica
sarebbe la galleria di servizio del tunnel di base Francia-Italia;
- l' opposizione dei cittadini, unita a quella degli amministratori (numerose
manifestazioni e proteste che continuano da 3 mesi, anche se la stampa ed
i giornali censurano e ridimensionano le notizie);
- che la UE non può co-finanziare opere con le popolazioni locali contrarie;
- i rischi sanitari legati alle rocce amiantifere del Musiné e uranifere
dell'Ambin (tratta internazionale)
A Bruxelles per ns. conto si é recata la nota "attivista dei comitati" Ivana
Galliano del comitato di Almese ed il Dott. Tomalino portavoce di molti medici
di base della Val Susa, che con diversi documenti ha segnalato i rischi
sanitari correlati all'eventuale costruzione della Torino-Lione, e che presento
alla UE una seconda petizione, accorpata alla nostra insieme
con quella di una signora di Venaria.
L'obiettivo dell'audizione é stato raggiunto: - LA PETIZIONE NON E' STATA
ARCHIVIATA E LA COMMISSIONE UE HA PROMESSO UNA VISITA IN VAL DI SUSA E
NELLA CINTURA TORINESE.
Nel seguito trovate il resoconto dei delegati per il viaggio a Bruxelles del 12
settembre scorso che aveva lo scopo di "difendere" la Petizione 949/2003
contro la Torino Lyon.
Ivana Gallino aveva il compito di rappresentare le tensioni
esistenti in valle, raccontare di manifestazioni e presidi, di famiglie che
vivono ormai questa faccenda come una questione di sopravvivenza, il suo
intervento doveva cioè attirare l'attenzione dei Commissari Europei,
evidenziando magari un po' di incazzatura, necessaria a far capire anche la
sana rabbia che ormai esiste in valle tra chi si occupa di questa faccenda e
partecipa civilmente alle azioni dimostrative.
Il dottor Marco Tomalino aveva invece un compito più tecnico e
ci ha trasferito per iscritto gli argomenti trattati. Non va dimenticato tra
l'altro che il dottore aveva inviato a marzo del 2004 un'ennesima petizione
alla Commissione per le Petizioni, a nome del coordinamento di un centinaio di
medici di base. La sua petizione era incentrata questa volta sui rischi
sanitari derivanti da un'opera simile. Il caso vuole che la Commissione per le
petizioni abbia raggruppato le quattro petizioni sull'argomento (tra cui quella
di Habitat e dei medici di base). Il dottor Tomalino ha quindi potuto in questo
caso discutere pubblicamente in audizione anche della sua petizione.
Prima di "lasciar la parola" a chi é stato a Bruxells, ricordiamo che azioni
economicamente costose come queste, assieme alle numerose iniziative
informative, costituiscono le principali attività del comitato spontaneo.
Scrive Ivana Gallino:
Sempre tenendo conto di tutti i limiti della commissione, limiti che tutti noi
conosciamo, credo che sia stato utile e positivo partecipare all'audizione. In
platea c'erano molte persone e qualcuno ha chiesto ed ottenuto di guardare il
dossier che avete preparato; erano presenti anche Oliviero Alotto e lo staff di
Monica Frassoni. Ha presenziato anche Barrot della Commissione Trasporti che la
settimana scorsa ha visitato la Valle di Susa.
I nostri interventi sono stati seguiti con attenzione da tutti ed insieme hanno
superato i dieci minuti; è seguito un grintoso intervento di Monica Frassoni e
ci è anche stata posta una domanda sulle fonti dei nostri dati a cui Tomalino
ha potuto brevemente rispondere, riuscendo comunque a "ricordargli" che la
Comunità Europea ha individuato nel corridoio 5 semplicemente un asse di
collegamento ferroviario e non nuove linee ad alta velocità.
Barrot si è limitato ad un breve discorso generico sulle motivazioni dei
finanziamenti europei all'opera, sulla necessità del passaggio del trasporto
merci da gomma a ferro, ed ha sottolineato che si stanno solo ancora facendo
degli studi, che per ora c'è solo un progetto preliminare e che la decisione
finale verrà presa solo nel 2006/2007.
Il presidente della commissione ha detto che ha letto tutta la documentazione
ed è a conoscenza del problema, si è complimentato per "l'album" fotografico
che gli abbiamo portato, ha ripetuto che la petizione non sarebbe stata chiusa
e ha concluso dicendo che avrebbero quanto prima stabilito la data in cui
sarebbero venuti in visita in Valle di Susa.
Terminata l'audizione, Monica ha fermato Barrot all'uscita e ci ha presentati,
così siamo riusciti a parlare con lui almeno mezz'ora. Abbiamo toccato tutti
gli argomenti possibili sulla Torino-Lione e credo che sarebbe utile mandargli
un bel dossier per approfondire alcune delle cose di cui abbiamo parlato.
Una nota personale. Sono contenta di essere andata a Bruxelles nel ruolo di
"sono una madre disperata, arrivo adesso dal presidio e sono stanca e
incazzata", perché mi ha dato la possibilità, tra le altre cose, di guardare
negli occhi Barrot e dirgli che a noi gente comune, a noi madri e nonne
disperate, non importa che la Torino-Lione sia utile o no: a noi interessano la
vita, il futuro e la salute nostra, dei nostri figli e dei nostri nipoti e non
sacrificheremo tutto questo per la Torino-Lione, anche nel caso che risultasse
utile. Non ha ribattuto.
Ciao a tutti. Ci vediamo ai presidi. Ivana.
Intervento del dottor Marco Tomalino :
COMMISSIONE PER LE PETIZIONI BRUXELLES, 12-09-05
TAVOLO TECNICO
A conferma della costante e inalterata opposizione della popolazione a
quest'opera, è al momento al lavoro una commissione tecnica multi parte che
dovrebbe esaminare le criticità sollevate dai cittadini e dai sindaci. Il fatto
che si stia ancora discutendo dimostra che non ci sono state consultazioni
esaurienti con la popolazione e i suoi rappresentanti e che sono irrisolte le
questioni ambientali e sanitarie, così come quelle di tipo trasportistico ed
economico.
ASPETTI TRASPORTISTICI
Ricordo che il progetto della linea TAV/TAC Torino-Lione prevede una linea di
254 km, di cui il 51% in galleria, ed è suddiviso in tre tronconi, uno
italiano, uno francese ed uno italo francese, ognuno dei quali affidato ad enti
diversi, rendendo impossibile così una visione complessiva dell'opera, come
previsto dalla "Dichiarazione di interesse europeo". La Valle di Susa
attraversata dalla linea è una valle stretta, densamente popolata ed altamente
infrastrutturata, con la presenza di un'autostrada, due statali, una linea
ferrioviara, è luogo turistico e sede delle prossime olimpiadi invernali. Nella
valle transita già oggi il 35% delle merci che valicano l'arco alpino: è
legittima la richiesta della popolazione che non venga incrementato ancora
questo traffico, studiando percorsi alternativi; la linea TAV è vista spesso
come una opportunità per spostare il traffico dalla gomma al ferro, ma, secondo
le previsioni fatte da SETEC ECONOMIE per Alpetunnel, solo l'1 % del traffico
su gomma verrebbe attirato dalla nuova linea e quindi un futuro aumento di
traffici sarebbe accolto dall'autostrada e relativo traforo, che sono ben
lontani dalla saturazione; si aggiunga che la linea storica è stata
recentemente riammodernata, con diminuzione delle pendenze massime, che sono in
corso lavori per consentirne l'uso in modalità di autostrada ferroviaria e che
è attualmente utilizzata solo per il 38% del potenziale, difatti la previsione
di trasporti sulla futura linea a regime prevede 220 treni sulla linea vecchia
contro i 141 di oggi (compresi i passeggeri). Inoltre la linea TAV non
soddisferà la condizione di interoperabilità con le linee europee, come
raccomandato dalla UE. Il sistema ferroviario italiano, per ammissione della
stessa RFI, non è in grado di gestire convogli merci di lunghezza pari a quella
prevista per l'utilizzo della linea, tant'è vero che RFI ha ridimensionato la
lunghezza dei binari di stazionamento della stazione di interscambio di
Bruzolo. Ciò rende improbabile l'uso della nuova linea come autostrada
ferroviaria. In effetti la Torino-Lione viene spesso paragonata all'Eurotunnel,
ma ricordo come questo sia oggi sottoutilizzato e sotto l'aspetto finanziario
rappresenti un disastro.
ASPETTI ECONOMICI
Analogo disastro potrebbe rappresentare la Torino-Lione, per una serie di
motivi: le difficoltà da parte degli stati membri di fornire garanzie solide
rispetto al piano finanziario, l'incerta situazione economica europea ed in
particolare italiana, la mancata attivazione di un partenariato
pubblico-privato, la sottostima dei costi reali dovuta alla mancata
considerazione di importanti aspetti ambientali e sanitari, l'evidenza che
tutte le opere di questo tipo realizzate in Italia hanno visto un aumento di
costi fra il 300 ed il 400%. Quindi un'opera di questo tipo comprometterebbe
l'equilibrio finanziario dello stato Italiano, come denunciato recentemente
dalla Corte dei Conti, e questo squilibrio potrebbe addirittura ripercuotersi a
livello europeo, a detta di qualche esperto.
ASPETTI AMBIENTALI
Sicuramente quest'opera comprometterebbe l'ambiente, la residenzialità e
l'economia della Valle di Susa, in gran parte legata al turismo. Le falde
acquifere che riforniscono gli acquedotti di 30 comuni sarebbero minacciate
dallo scavo delle gallerie, come avvenuto nel Mugello. Sul territorio della
Valle dovrebbero essere stoccati i 16 milioni di mc di materiale estratto dalle
gallerie, per trasportare i quali occorrerebbero circa 2 milioni e mezzo di
viaggi con camion. L'attività dei cantieri, che proseguirebbe per 15-20 anni,
comporterebbe un inquinamento rumoroso e da polveri in alcune zone non
sopportabile. Secondo gli stessi progettisti si avrebbe un aumento
dell'inquinamento atmosferico del 5%, che andrebbe a sommarsi ad una situazione
esistente già critica, anche per la presenza di una contaminazione del terreno
da diossina.
ASPETTI SANITARI
Le maggiori preoccupazioni sono però dovute al fatto che il materiale estratto
per lo scavo delle gallerie potrebbe contenere amianto e uranio in quantità
notevole. Infatti la zona della bassa valle interessata da una galleria di 23
km appartiene alla stessa formazione geologica della cava di amianto di
Balangero, la più grande d'Europa. La presenza di amianto è stata confermata
dai geologi dell'Università di Siena, per conto di RFI, ed è stata fatta una
stima del materiale conteniente amianto che verrà estratto: 1.151.000 metri
cubi, che verranno movimentati e stoccati nella valle, esposti ai costanti
venti che raggiungono anche i 100 km orari in direzione della vicina città di
Torino; nessuna seria misura è prevista dal progetto per impedire una
pericolosissima dispersione di fibre d'amianto, che potrebbe verificarsi anche
ben al di là dei confini della valle. E' ben nota la pericolosità dell'amianto,
come causa di mesotelioma pleurico, malattia tumorale con una mortalità del
100%, senza valide terapie al momento attuale e senza soglia di sicurezza per
quanto riguarda l'esposizione all'amianto. Può essere estremamente pericoloso
per la salute pubblica intraprendere quest'opera senza averne valutato
attentamente i rischi e predisposto le misure e i fondi per evitarli; ma cosi
è, visto che la VIA è estremamente superficiale essendo fatta solo sulla base
del progetto preliminare. Nella zona interessata invece dal tunnel di base di
53 km sono presenti, come documentato da fonti storiche, giacimenti sparsi di
uranio, che comportano due possibili rischi: uno, l'intercettazione, durante lo
scavo, di un giacimento, con possibile contaminazione di acqua e suolo e di
conseguenza umana e sviluppo di linfomi, due, la presenza di elevate
concentrazioni di radon nel tunnel con pericolo per i lavoratori e rischio di
contaminazione di falde acquifere (ricordo che il radon è classificato
dall'IARC in classe 1 ed è considerata la seconda causa di tumore al polmone
dopo il fumo); anche in questo caso non sono previste dal progetto misure di
sicurezza adeguate e poichè la VIA e la stima dei costi dell'opera vengono
effettuate su questo, ci troviamo di fronte ad una pericolosissima sottostima
economica e del rischio sanitario. Lo scavo del cunicolo esplorativo di Venaus,
7 km di lunghezza per 6 metri di diametro, che prevede l'estrazione di 500.000
metricubi di materiale, di fatto una galleria, che dovrebbe diventare la
galleria di servizio dell'opera ultimata, dovrebbe iniziare tra poco, anche
grazie al finanziamento UE di pochi giorni fa, senza che sia stata effettuata
una VIA. Su questa vicenda le amministrazioni locali hanno presentato ricorsi
al TAR e al Consiglio di Stato. Per tutti questi motivi 100 medici della valle
hanno firmato un manifesto che denuncia pubblicamente la grave situazione che
sta per crearsi.
CONCLUSIONE E INVITO
Concludo rivolgendovi l'invito a visitare personalmente il nostro territorio
per rendervi conto della fondatezza delle nostre argomentazioni.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Valdellatorre, 1 ottobre 2005
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