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Intervista F.Ramella

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OSSERVAZIONI IMPATTO AMBIENTALE

Val della Torre il 3 gennaio 2004

Con riferimento all’avviso pubblico di avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera in oggetto, i Cittadini del Comitato Spontaneo anti Tac/Tav di Val della Torre esprimono parere contrario al progetto preliminare predisposto da R.F.I. presentato nel dicembre 2003 per i seguenti motivi:

a) Impatto Archelogico/Culturale: nel documento CA0000 002 Rev.A al foglio 48 di 88, al punto “Uso attuale del suolo:” si legge “prati permanenti”. Analizzando le mappe allegate ci stupisce che siano state “dimenticate” un piccolo gruppo di case dove vivono 6 famiglie, denominata “Cascine delle Monache”. Una parte di esse è pienamente coinvolta dal tracciato e dal cantiere. La prima costruzione della medesima risale al XIII secolo e nasceva quale pertinenza del monastero S. Maria della Spina, sito nella borgata Brione di Val della Torre. La gran parte delle mura di cinta è ancora presente in loco e risale alla costruzione originaria, in particolare è ancora presente uno dei tre archi di entrata ed una buona parte del muro di definizione. Gli edifici destinati ad abitazione, pur interessati da varie ristrutturazioni che ne hanno permesso l’abitabilità nei secoli, hanno conservato la struttura originaria, mentre le pertinenze destinate a ricoveri per le attrezzature e gli animali risalgono alla fine del XIX secolo, come si può evincere dalle targhe tuttora presenti sui pilastri. All’interno del cortile si trova un pozzo risalente presumibilmente alla costruzione della cascina stessa. L’alto valore storico del centro è infine testimoniato dalla classificazione nel piano regolatore, e cioè zona storica RT, e che impone determinati vincoli per le ristrutturazioni. Per questi motivi chiediamo che nella scelta della posizione del cantiere sia tutelato questo nostro patrimonio storico-culturale.

b) Rischio amianto: l’esistenza di minerali amiantiferi (serpentiniti/serpentino scisti/ pietre verdi) nel massiccio del Musiné, nel Monte Curt e, in generale, nella Val Susa è data per certa nelle cartine geologiche che sono addirittura allegate nel progetto preliminare presentato. A tutti è nota la pericolosità di tali minerali, con notevoli problemi di smaltimento. La messa in opera di un cantiere con queste problematiche, così vicino ad aree abitate (in particolar modo alla Borgata di Grange di Brione), ci sembra assurdo ed assicuriamo che il Comitato e tutti i cittadini interessati intendono salvaguardare con ogni mezzo a disposizione la propria salute.
Ci sembra, infatti, sia stato considerato troppo superficialmente il problema della “fascia serpentinitica” in corrispondenza dei pendii della “Borgata del Truc di Brione”. Nello stesso documento CA0000 002 Rev.A al foglio 51 di 88 sono indicati consistenti volumi di materiale estratto dalla galleria che consideriamo a “rischio” e che contrastano con la scelta della posizione del cantiere molto vicino alla borgata di Grange di Brione: infatti, nel caso questo tipo di materiale non sia recuperabile (previsti 557.000 mc) sarà necessario trasportarlo in qualche discarica, con tutti i rischi associati alle polveri. Se, invece, questi materiali “a rischio” sono recuperabili, ci preoccupa il fatto che possano essere immagazzinati e lavorati all’interno del cantiere stesso.
Inoltre, ci preoccupa notevolmente la totale assenza di informazione sulla destinazione e deposito dei materiali di risulta (smarino) che potrebbe comprendere i “materiali a rischio non recuperabili” visti prima: nel precedente progetto preliminare presentato il 10 Aprile 2003, si dava per scontato l’utilizzo come discarica delle vecchie miniere di magnesite site nel vicino comune di Caselette; nell’ultimo progetto preliminare presentato, sebbene sia documentato l’aumento dei materiali potenzialmente pericolosi estratti, non si parla di questa discarica.

c) L’ipotizzata installazione di un maxi–cantiere nella zona di Grange di Brione, determinerebbe insostenibili disagi per i centri esistenti, nonché gravi e non rimediabili danni all’agricoltura locale, e danni dovuti all’inquinamento dei gas di scarico degli automezzi e dei macchinari del cantiere.
La messa in opera del suddetto maxi-cantiere, con la relativa movimentazione di automezzi di notevoli dimensioni e quantità, sconvolgerebbe inevitabilmente la viabilità pubblica per decenni. Si evidenzia che l’unica strada provinciale esistente rappresenta il solo collegamento verso la città di Torino ed i comuni limitrofi, sedi di lavoro per buona parte degli abitanti: la dimensione della carreggiata (ferma da almeno 30 anni) e la tortuosità del percorso non consentono la presenza di automezzi pesanti.

Più grave è la situazione per l’unica strada che collega la Borgata Grange di Brione con il comune di S.Gillio che sembra, di fatto, inglobata dall’area utilizzata dal cantiere.
Con la linea in esercizio le aree abitate di Grange di Brione e Trucco di Brione diventeranno invivibili per il rumore e le vibrazioni. Il rumore interesserà sicuramente anche la Borgata di Brione e come semplici cittadini (e non tecnici) abbiamo seri dubbi che l’inquinamento acustico non si propaghi anche nelle borgate più alte e nel capoluogo stesso di Val della Torre che, come noto, sono disposti in una valle chiusa.
Lasciando da parte il “rischio polveri d’amianto” ed acqua, dobbiamo segnalare che durante la costruzione sicuramente per le borgate più vicine la qualità della vita verrà meno: inquinamento acustico, vibrazioni, gas di scarico per gli automezzi e le macchine del cantiere che funzionerebbe 24 ore su 24.
Si ritiene, pertanto, inaccettabile l’eventuale presenza del suddetto maxi-cantiere in prossimità di zone residenziali.

d) Sito di interesse Comunitario (SIC) compromesso: la salvaguardia di un biotopo di particolare interesse naturalistico presente ai piedi del Musiné, verrà compromessa notevolmente per la vicinanza di un cantiere individuato in cartografia come “cantiere 6 Brione”: questa considerazione varrà specialmente se poi si deciderà di utilizzare la viabilità attuale per il passaggio di automezzi.
In secondo luogo, anche se il sito è attraversato in galleria ai piedi del monte Musiné, la sua costruzione ne può alterare il microclima, con l’intaccamento delle falde/acque sotterranee.

e) Impatto Ambientale Acque/Falde: Lo scavo della galleria ed il cantiere comprometterà sicuramente le falde acquifere e pozzi che alimentano l’acquedotto comunale, aggravando la cronica carenza di approvvigionamento idrico, che interessa il Comune di Val della Torre per i motivi geomorfologici ed idrografici. In particolar modo dobbiamo segnalare l’approvvigionamento idrico ai piedi del monte Moncalvo/Musiné e nella borgata di Grange di Brione con alcuni pozzi che alimentano l’acquedotto: questi ultimi, in particolare, sono troppo vicini all’area del Cantiere.
Vogliamo segnalare che, se come richiesto nella descrizione del cantiere, si renderà necessario l’allacciamento idrico per l’acqua potabile/industriale all’acquedotto di Val della Torre questo andrà sicuramente potenziato.

f) La mancata definizione di congrui indennizzi per gli espropri, per le occupazioni temporanee e per la drastica svalutazione degli immobili ricadenti in un’ampia fascia a cavallo della ferrovia e nelle Borgate limitrofe al cantiere, i disagi che dovranno subire una buona parte dei Valtorresi (sia durante la costruzione della linea, che nella successiva fase dell’esercizio), il danno ambientale che verrà arrecato al Nostro territorio e probabilmente mai risarcito, la contrarietà all’opera più volte ribadita dalla popolazione durante i pubblici dibattiti, sono ulteriori elementi di primaria importanza che rendono inaccettabile la presenza della nuova linea ferroviaria nel Nostro Comune che, occorre sottolinearlo, è un Comune Montano con tutte le conseguenti problematiche socio economiche ed ambientali.

g) Svalutazione economica delle aree e degli insediamenti residenziali con preclusione di ogni futuro sviluppo.
Gravi ed irrimediabili danni all’agricoltura ed all’allevamento locale: diversi terreni coltivati che costituiscono un reddito per i proprietari non potranno più essere tali e lo sviluppo turistico di Val della Torre (di cui queste borgate dovevano rappresentarne il “Biglietto da Visita”) verrà sicuramente meno.
L’ipotesi di tracciato coinvolge diverse famiglie le cui abitazioni saranno sicuramente distrutte e/o abbandonate, creando una comprensibile disperazione.

h) Il mancato collegamento allo scalo merci Sito di Orbassano : l’interconnessione non viene realizzata nell’ultimo progetto come, invece richiesto, dalla Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torino. Questo di fatto trasforma la Torino-Lione in Novara-Lione, con gravi conseguenze occupazionali, sociali, geografiche per Torino ed il Piemonte. La mancanza dell’interconnessione rafforzerebbe ulteriormente le considerazioni che vengono da più parti (e cioè di tecnici e giornalisti esperti di trasporti, tra cui lo studio Polinomia di Milano, che hanno analizzato i dati dei flussi di traffico merci) di una pressoché inutilità dell’opera Torino-Lione, comparata ad un’enorme costo di costruzione.

Per eventuali comunicazioni : Senis Fabrizio,Via Alpignano, 137 - 10040 Val della Torre - tel.335 7463247



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