Non è facile spiegare come qualcosa sia drasticamente cambiato dopo i fatti
della notte del 6 dicembre a Venaus.
Più di tanti discorsi servirà leggere i due seguenti messaggi; la serenità
d'animo di chi si sente "nel giusto" e cerca con ogni modo di poter dialogare,
di poter spiegare le proprie ragioni ha lasciato il posto ad una infinita
amarezza ed indignazione.
Ieri tra 30.000 e 50.000 cittadini hanno sfilato da Susa a Venaus dimostrando
ancora una volta il sentimento della popolazione; peccato per gli incidenti che
hanno permesso a diversi notiziari di spostare l'attenzione dalla
incredibile partecipazione.
"
Chiara
S. - Inviato: venerdì 2 dicembre 2005 23.50
Ci sono delle volte, davvero, dove le parole sono difficili da trovare, eppure
devo trovarle per raccontarvi questa serata Venerdì 2 dicembre nevica grosso
così dalle sei di sera.
A quell'ora sono salita a Venaus, con me il sindaco di Riace e un giovane
consigliere, venuti apposta per vedere cosa stava succedendo, venuti anche per
lanciare un grido sulla Locride dove l'aria che si respira è ben diversa.
Domenico Lucano, giovane sindaco di Riace, al suo primo mandato, domani
incontrerà le scuole, alle 10,30 a Condove gli amministratori della rete dei
comuni solidali e al pomeriggio il Gruppo Abele a Torino poi riparte.
A Venaus siamo saliti con le borse piene di pane e viveri.
Il sindaco di Riace ha consegnato il pane al sindaco di Venaus, si sono
abbracciati sotto la neve, neanche si conoscono. Si sono incontrati in quella
zona -neutrale- che è lo spazio fra i poliziotti e la prima barricata, spazio
occupato dalle televisioni, è singolare questo particolare.
Poi si attraversa di là e si entra nello spazio "liberato" ( o non ancora
occupato), si entra a casa. Chiunque sale porta nello zaino o come può, della
legna o dei micconi.
Questa sera i carabinieri hanno fatto più che altro i vigili, le auto
continuavano a salire nonostante il tempaccio, non hanno più fatto sbarramenti,
anzi, dirigevano il traffico facendo passare un po' di auto per volta per
evitare casini per strade troppo strette.
La neve ha coperto tutto, sono state piantate delle tende qua e là nel prato e
ci sono i fuochi dappertutto, sembrava un presepe, una cosa incredibile
Dall'altra parte delle barricate i poliziotti, battono i piedi per terra, hanno
freddo e non si capacitano.
La "famosa" madonna del Rocciamelone è stata piantata a faccia avanti, a
guardare i poliziotti.
Alle nove di sera è arrivata la banda musicale di Bussoleno e si è messa a
suonare davanti ai poliziotti, dicendo "gliele suoniamo" c'è stato l'Inno
di Mameli, "non passa lo straniero" la marcetta -no tav- e tutte le canzoni di
montagna possibili.
Nonostante la neve la gente continuava ad arrivare sempre di più portando
qualcosa. Il presidio principale ha delle scorte di pasta alte così, biscotti e
ogni genere di roba da mangiare, ma la gente da sfamare è tanta, la gente che
passa è migliaia ogni giorno e solo fare caffè e thé per tutti è un lavoro.
Questa sera in cucina c'era un assessore di Bardonecchia, uno di Mompantero e
di Condove. La cosa più incredibile rimane la comunicazione fra tutte queste
persone. Questo è il vero pericolo per gli "altri", finchè ci parliamo, finché
continuiamo a creare tessere rapporti questa faccenda non finisce, anzi.
INVITO TUTTI AD ANDARE A VEDERE, AD ANDARE A VENAUS un po' di freddo ma
veramente ripagato
cioa a tutti chiara "
From: "Paola Rxxxx"
To:presidenza.repubblica@quirinale.it
Sent: Wednesday, December 07, 2005 5:59 AM
Subject: chi difende la Costituzione?
Caro Signor Ciampi,
l'anziano che vede nella foto allegata è una delle persone inermi manganellate
con ferocia a Venaus, la notte del 6 dicembre.
Si chiama Silvano Borgis. E' stato colpito con un manganello in pieno sterno.
Poi gli hanno distrutto lo stomaco.
E'stato in coma. Si è ripreso.
E' attualmente ricoverato presso l'ospedale di Susa.
Qui è fotografato il 4 dicembre a Venaus. Con il suo cappello da alpino.
Sottovetro e incorniciata mostra la medaglia ricevuta da un suo zio, ucciso a
19 anni, martire della resistenza. Attaccata alla cornice del quadro, un
estratto della Costituzione Italiana. Neanche 48 ore dopo, viene massacrato.
Qualche ora più tardi, a Cremona, l'unica cosa che il Presidente di questa
Repubblica riesce a dire è che bisogna realizzare tutte le grandi opere.
Ciampi, vergogna!
Paola Rxxxx, Villar Focchiardo Valle di Susa
S.B.