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Eliminare ogni oggetto che possa creare un ristagno, anche minimo, d’acqua.
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Coprire con teloni impermeabili tutto ciò che, lasciato all’aperto, può
contenere acqua piovana (pneumatici, recipienti, ecc.).
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Ispezionare le grondaie e i tombini per verificare che non siano otturati.
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L’acqua che non può essere eliminata (es. nei sottovasi o serbatoi) deve essere
sostituita ogni 2 giorni per interrompere lo sviluppo delle larve.
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Le fontane devono essere regolarmente pulite e possibilmente abitate da pesci
rossi che si nutrono di larve.
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Dove possibile (fioriere, sottovasi, ecc.) introdurre nell’acqua pezzetti di
rame in ragione di 10 gr. per litro. Lo sviluppo delle larve è inibito
dall’ossidazione del rame.
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Coprire le vasche con zanzariere o coperchi onde ostacolare la deposizione
delle uova.
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Pulire accuratamente tutti i recipienti nel periodo invernale.
Dal testo “I tre regni della natura” edito da S. Lattes & C. nel 1935,
apprendiamo quali fossero le raccomandazioni di allora e quanto alcune di esse
(ad esempio la terza) siano anacronistiche e differenti dalle attuali:
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Impedire all’insetto di pungere gli uomini e ciò si ottiene mediante l’uso di
reticelle alle finestre ed alle porte delle case, ed obbligando tutti coloro
che devono lavorare o muoversi di notte all’aperto di tenere guanti alle mani
ed una reticella al viso.
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Non si dia modo alla zanzara di svilupparsi, il che si ottiene prosciugando per
quanto è possibile le paludi e mantenendo sempre in moto, magari per mezzo di
potenti pompe, le acque stagnanti.
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Quando l’insetto è ancora allo stato di larva o di ninfa nell’ acqua, si versa
su questa del petrolio che, formando un leggero strato superficiale, impedisce
agli insetti di respirare.
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Si usa spargere sostanze velenose per le zanzare.
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E’ auspicabile introdurre nelle acque che stagnano il pesciolino Gambusia, il
quale, avido come è delle larve e delle crisalidi della zanzara, data la sua
rapida moltiplicazione, in breve tempo, libera le acque da questi ospiti
pericolosi.
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