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La prevenzione consiste sostanzialmente nell’evitare la formazione di qualsiasi
ristagno d’acqua, anche se piccolo e inquinato, poiché le larve di
quest’insetto si sviluppano in quell’ambiente.
Poca acqua è sufficiente per dar vita a molte zanzare (in un quarto di litro
possono crescere alcune centinaia di larve) ed è quindi necessario ridurre, o
meglio eliminare, tutto ciò che può trattenere l’acqua (sottovasi, lattine,
grondaie ostruite, ecc.). Seguendo alcune regole dettate dal buon senso è
possibile provare a godere la frescura serale riducendo la presenza di ospiti
indesiderati.
Gli antagonisti naturali delle zanzare, e quindi nostri preziosi alleati, sono
suddivisibili in due gruppi: quelli acquatici che attaccano le larve e quelli
terricoli che si cibano degli adulti. Al primo gruppo appartengono altri
insetti quali Emitteri, larve e adulti di Coleotteri, larve di Odonati
(libellule), nonché molte specie di pesci; mentre nel secondo si annoverano gli
uccelli in genere, i pipistrelli e le libellule adulte.
La difesa attuata dall’uomo su vasta scala venne affidata nel passato a
prodotti di sintesi come il famigerato DDT che, negli anni 40,
stupì per la sua efficacia ma, in pochi anni, perse la sua validità a causa
della comparsa di zanzare resistenti a questo insetticida. Gli insetti in
genere sono organismi la cui adattabilità è sorprendente ed il fatto che le
zanzare si siano abituate al DDT non deve assolutamente stupire. Questo motivo,
insieme con la necessità di ridurre l’impatto inquinante degli insetticidi, ha
fatto sì che oggi si tenda ad attuare una lotta biologica,
ripopolando gli antagonisti naturali o utilizzando un batterio sporigeno, il
Bacillus thuringiensis israelensis.Questo batterio, usato anche nella lotta
contro la processionaria del pino (vedi articolo al riguardo), produce una
tossina che, ingerita dalle zanzare allo stadio larvale, ne causa la morte. Il
processo è alquanto semplice: le larve acquatiche, che si nutrono di
microrganismi e particelle organiche in sospensione, ingeriscono le spore di B.
thuringiensis che, giunte nell’intestino, liberano la tossina che aggredisce
l’epitelio inibendone le funzioni e causando la morte della larva. E’ provato
che il batterio in questione non provoca alcun danno ad altri organismi animali
e vegetali; negli Stati Uniti ne è consentito l’uso sin dal 1961 e la casistica
acquisita non rivela nessun caso di danno ambientale.
In molti casi, la lotta contro le zanzare è stata condotta introducendo un
pesce d’origine americana,
Gambusia affinis, che è voracissimo delle larve e quindi ne
limita la natalità. La difesa che ognuno di noi può mettere in atto contro
questi fastidiosi insetti, è composta essenzialmente da due categorie di
interventi: meccanici e fisico-chimici. Alla prima categoria appartengono le
sempre valide zanzariere che, applicate alle finestre, ci consentono di avere
un ricambio d’aria senza incorrere nel rischio di essere punti dalle zanzare
che, bloccate all’esterno, saranno costrette a “guardarci dai vetri!”. Le
difese di carattere fisico-chimico sono molteplici e spaziano dagli zampironi,
che emanano un fumo contenente sostanze repellenti per la zanzara, alle lampade
che, emettendo una luce di lunghezza d’onda particolare attirano l’insetto per
poi ucciderlo con sistemi basati sul calore o su leggerissime correnti
elettriche.
Tra i due esempi esposti abbiamo tutta una serie di prodotti da cospargere
sulla nostra pelle che allontanano le zanzare, nonché vaporizzatori da inserire
nella presa di corrente che emettono sostanze gassose capaci di impressionare
negativamente i sensi dell’insetto. Per tutti i prodotti di uso ambientale è
consigliata l’aerazione del locale prima di soggiornarvi ma, attenzione!, le
zanzare possono essere ancora in agguato.
Come fare?. Un semplice espediente è quello di non accendere la luce nel
locale, poiché essa attira gli insetti notturni, se non dopo aver chiuso la
porta. Fatto ciò non è più possibile riaprire la porta o al finestra, anche se
la luce sarà spenta, questo perché le zanzare sono attratte dal nostro odore
che percepiscono con le antenne. Non è ancora ben chiaro quali siano gli odori
che attirano su di noi le zanzare, tra i più accreditati citiamo l’acido
lattico, il sebo, gli amminoacidi e vari ormoni.
Oltre agli odori, numerosi studiosi sostengono che questi insetti sono attratti
anche dall’anidride carbonica e dall’umidità che espiriamo, ed anche dalla
nostra temperatura corporea. Ecco perché l’azione di alcuni repellenti per
zanzare si fonda sulla capacità dei medesimi di impedire all’insetto di seguire
le correnti d’aria calda e umida emesse da un animale a sangue caldo.
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