E’ la tarda mattinata del 5 febbraio 2004. Nel mio studio sto sistemando alcune
carte quando odo il suono di una sirena ed il pensiero corre veloce
all’ambulanza: “Chissà cos’è successo?
Poi il tempo passa ed improvvisamente m’accorgo che lo squarcio di cielo
racchiuso nella finestra si sta riempiendo di fumo. Cerco di migliorare la mia
visione avvicinandomi alla finestra stessa e noto, con disappunto, che è
scoppiato un ennesimo incendio boschivo.
I focolai, poco sopra le borgate Savarino e Bitum, fumano copiosamente e, di
tanto in tanto, lasciano intravedere minacciose fiamme. Fortunatamente non tira
vento e la diffusione del fronte infuocato è lenta ma inesorabile. Il fumo
avvolge tutto e la lontana sagoma del Santuario della Madonna della Bassa
scompare alla vista.
Sul posto sono già attivi i volontari dell’AIB
e, con il binocolo, noto il loro
instancabile lavoro su e giù per i pendii. Come li ammiro!, hanno tutta la mia
riconoscenza poiché difendono, col proprio lavoro, un patrimonio a cui sono
particolarmente legato: la montagna.
Le fiamme continuano, salgono la cresta del monte e, da un lato minacciano una
pineta. Sono costernato. Vorrei poter avere una bacchetta magica e come per
incanto interrompere questo brutto spettacolo.
Gli uomini continuano indefessi il loro compito poi, d’improvviso, ecco un
rombo lontano: arriva l’elicottero! Il cuore mi si allarga; ripongo in quel
mezzo tutte le mie speranze perché il fuoco non aumenti il suo fronte. Sono
circa le 13 quando, dalla benna appesa sotto all’elicottero, iniziano a cadere
le prime bordate d’acqua. Con una frequenza di un lancio ogni 3 o 4 minuti,
l’elicottero doma l’incendio in circa un’ora e venti primi. Sono le 14,20 circa
quando una massa d’acqua pare abbia spento l’ultimo focolaio. Forse è tutto
finito.
Sul monte si vedono ancora le tute arancione dell’AIB che provvedono al
controllo ed allo spegnimento dei tizzoni rimasti. La cortina di fumo, levatasi
verso il cielo, si dissolve lentamente e torna alla vista il Santuario della
Madonna della Bassa.
Alle 14,40 circa l’elicottero torna senza benna, è un volo di ricognizione per
verificare la situazione dell’incendio. Tutto pare terminato e l’elicottero
abbandona la zona in pochi minuti ma, alla base della pineta, qualcosa arde
ancora e alle 14,55 l’elicottero si ripresenta con la benna colma d’acqua e la
apre sulla zona sospetta. Seguono ancora lanci sino alle 15,30 circa, poi il
silenzio ed il sopraggiungere del buio. Speriamo che sia veramente tutto
finito.
L’angoscia provata nell’assistere ad un disastro ambientale lascia spazio alla
gratitudine doverosa verso chi lo ha evitato e, ancora una volta, dobbiamo
ringraziare gli uomini dell’AIB che, con spirito d’abnegazione ed indubbia
esperienza, hanno scongiurato il peggio.
Grazie di cuore!
Giovanni Visetti
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