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Il complesso architettonico del santuario
La costruzione religiosa intitolata alla Beata Vergine Addolorata, eseguita in un sobrio stile romanico,
ben si inserisce nell’ambiente naturale montano e, nonostante le sue notevoli dimensioni, non costituisce
motivo di impatto ambientale.
L’edificio presenta una navata centrale, con copertura in lose a due falde spioventi, sopraelevata rispetto
alle due laterali che hanno copertura ad una sola falda spiovente.
Sul vertice anteriore del tetto della
navata centrale è collocata una croce metallica con decorazione a raggiera che ricorda la luce divina e la
santità del luogo; mentre sulla parte posteriore è collocata una campana sorretta da un supporto in muratura.
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La facciata del santuario, esposta a sud, è composta da un loggiato sorretto da tre archi, delimitanti la
navata centrale, ed altri due, di maggior ampiezza, che delimitano le navate laterali. Il motivo architettonico
ad arco circolare, sorretto da quattro colonne a sezione quadrata, è sovrastato da due lucernai circolari muniti
di grata metallica, rispettivamente a sinistra e a destra della navata centrale che è ornata da due nicchie,
attualmente vuote, e da un finestrone con inferriata. Sia le nicchie che il finestrone ripropongono il disegno
degli archi sottostanti.
I portoni d’ingresso, uno per ogni navata, sono lignei con disegni rombici e, ai lati di quello centrale,
sono state ricavate due finestre con l’evidente scopo di aumentare l’illuminazione interna.
L’intelaiatura in legno delle due finestre ricorda il luogo sacro riproducendo la croce di Cristo.
Il portone principale è composto da due battenti mentre i due laterali ne hanno uno solo.
Tutte le finestre e le porte sono protette da inferriate.
La pavimentazione del loggiato è in pietra di Luserna mentre la volta presenta due archi circolari trasversali
che la uniscono al colonnato e alla facciata.
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Sotto agli archi della navata centrale, sopra al portone d’ingresso principale, è dipinta l’effige della
Madonna con bambino ai cui piedi è riportata la seguente scritta
(La colorazione rispecchia l’originale):
D. O. M.
ET
B. M. V.
MONS IN QUO BENEPLACITUM
EST DEO ABITARE IN EO.
EREXIT MDCCXXI
RESTAURAVIT MDCCCXLV
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La parte alta dell’affresco, che dovrebbe completare il disegno della nicchia racchiudente l’immagine della Vergine,
è mancante e la raffigurazione termina contro il soffitto del loggiato dipinto di bianco.
Tutta la costruzione descritta poggia, con la parte posteriore, ad un edificio non ristrutturato che è leggermente
decentrato verso sinistra (rispetto alla facciata del santuario) e anche più alto.
Sui muri perimetrali si notano le caratteristiche chiavi metalliche usate un tempo per sorreggere le costruzioni
in muratura. Anche ai lati della struttura principale sono visibili delle chiavi metalliche e, sotto agli archi
della facciata è possibile notare il tirante su cui agiscono due di queste.
Sulla parte posteriore del santuario,
poggiante sul vecchio edificio, dalla parte della navata laterale di destra è visibile un lucernaio tondo con
inferriata a sbalzo verso l’esterno.
Le pareti laterali sono munite di quattro finestre atte all’illuminazione interna.
All’interno, l’altare in marmo bianco, con ai lati del tabernacolo due inserti in marmo marrone (motivo che si
ripete anche sul tabernacolo stesso), è sovrastato da una nicchia in cui è collocata la statua della Beata Vergine
che il Nicol pose in questo luogo attorno al 1714.
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Di rimpetto al santuario, una costruzione di notevoli dimensioni è adibita a ricovero per i pellegrini.
Essa è rialzata di tre gradini, rispetto al piano della chiesa, per recuperare le irregolarità del terreno.
La facciata di questa struttura consta di un loggiato in cemento delimitato da due archi sorretti da una colonna
centrale a sezione quadrata. Alla sinistra del loggiato una scala conduce al piano superiore che mostra due grandi
vetrate.
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