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Controllo della popolazione
La popolazione di cinghiali in Piemonte era giunta quasi
all’estinzione prima del 1945 circa ma, da allora, essa è cresciuta a
dismisura.
Fattore favorevole allo sviluppo di questa specie animale, è stato il
progressivo abbandono della montagna da parte dell’uomo che ha consentito
l’estensione degli ambienti adatti al cinghiale.
Il ragguardevole aumento della popolazione di cinghiali, avvenuto negli ultimi
anni, è spiegato, dai protezionisti e dai cacciatori, in maniere differenti. I
primi accusano i secondi d’aver introdotto, per scopi venatori, la sottospecie
centro europea che, soppiantando la sottospecie maremmana autoctona, si è
diffusa sproporzionatamente.
I cacciatori contestano l’inadeguato tetto di abbattimenti concesso dalla
legge, anche alla luce dell’assenza di predatori (lupo, lince, orso) che
dovrebbero essere sostituiti dall’uomo per il controllo e la selezione della
popolazione. Bisogna anche tener presente che la predazione dei piccoli, da
parte di grossi rapaci, volpi e martore, è rara e occasionale poiché gli adulti
difendono ferocemente la prole.
Entrambe le ipotesi possono essere considerate valide ma, mentre la prima
prende atto di un fatto compiuto e propone come soluzione il reintegro delle
specie predatrici del cinghiale, la seconda sostituisce ai predatori naturali
l’uomo. Fatto sta che in un modo o nell’altro bisogna regolarizzare il numero
di cinghiali presenti sul territorio onde evitare danni alle colture e al
patrimonio forestale.
E’ evidente che l’introduzione dei predatori scomparsi richiede tempi più
lunghi che non il prelievo venatorio ed è quindi possibile e utile un connubio
delle due attività. L’urgenza della difesa delle colture agricole giustifica un
prelievo venatorio razionale e mirato ai capi vecchi o malati, mentre una
politica di allocazione dei predatori può conferire, nel tempo, una
stabilizzazione della popolazione dei cinghiali.
La presenza di un predatore come il lupo è stata segnalata a
Val della Torre sino intorno agli anni venti; mentre precedentemente, cioè
circa due secoli fa, sulle nostre montagne viveva l’orso.
Queste due specie, ormai sparite dai monti piemontesi, contribuivano in maniera
rilevante al controllo della colonia di cinghiali predando capi per il loro
fabbisogno alimentare.
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