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Otto settembre 1943: dopo la firma dell’armistizio da parte del Generale
Badoglio e la fuga del medesimo a Brindisi (già liberata dagli alleati) con la
corte reale Sabauda, l’Italia si ritrovò in condizioni di totale sbando.
Provato da tre anni di guerra, l'esercito, rimasto privo di comando, si
sfaldò quasi ovunque.
In questo scenario caotico, molti militari sbandati e civili antifascisti si
unirono per formare le prime bande partigiane.
Ebbero così inizio, anche da noi, quei 600 giorni (dall’8 settembre 1943 al 10
maggio 1945) che segnarono la sanguinosa riconquista della Libertà. Tutto un
popolo fu impegnato in questa lotta, senza distinzione di sesso, di religione e
di condizione sociale.
Val della Torre non esula da quanto scritto e, in modo forse non eclatante ma
egualmente importante, ha contribuito con il suo piccolo granello di sabbia
alla costruzione di quel castello, tanto fragile quanto fiabesco, chiamato
“Libertà”.
Sono certo che moltissime “piccole storie di Libertà” successe qui in quei
giorni, non sono mai assurte all’onore delle cronache benché ne
avessero ogni diritto; sono altrettanto certo che anche qui, “a la Val”,
persone comuni hanno rischiato la vita per salvarne altre ed insieme hanno
salvato la Libertà di cui oggi tutti godiamo.
Tanti piccoli accadimenti concorrono alla formazione della storia e, troppo
spesso, i minori sono accantonati a favore dei più altisonanti. Spetta a noi
“paesani” far rivivere la nostra storia per costruire su di essa il nostro
futuro. Non dimentichiamo quindi ciò che il nostro passato ci ha lasciato e
approfittiamo della ricorrenza della festa della Liberazione per rivivere
alcuni momenti della Resistenza a Val della Torre.
PRIMI PASSI DEL MOVIMENTO PARTIGIANO
La nascente Resistenza vide il formarsi, nella zona di Val della Torre, di due
gruppi partigiani: la Brigata Garibaldi e un distaccamento della formazione
Giustizia e Libertà.
Mentre queste formazioni partigiane andavano costituendosi, qualche giovanotto
della zona, saputo che la “polveriera di Caselette” era stata abbandonata,
provvide a trafugare le armi che, in seguito, costituirono il primo armamento
di molti Partigiani che transitarono dalle nostre parti per raggiungere i
gruppi su in montagna.
7 OTTOBRE 1943
In uno scontro a fuoco furono uccisi a Val della Torre i partigiani:
Capello Ugo (20 anni), Negro Michele (19 anni), Micca Dario (19 anni) e Perozzo
Antonio (32 anni). Lo stesso giorno i tedeschi uccisero, sempre a Val della
Torre, Albrile Vittorio, valtorrese di anni 17.
20 OTTOBRE 1943
Morì a Torino, in un conflitto a fuoco, il valtorrese Lucco Mario di
anni 26.
IL MAGAZZINO AL MULINO DI PUNTA
A Val della Torre, durante la Resistenza, un locale del Mulino di
Punta fu adibito a magazzino. Qui venivano ammassati i generi di prima
necessità e, in seguito, tradotti ai distaccamenti sui monti o allocati in
luoghi più sicuri.
RASTRELLAMENTI E MINACCE DI RAPPRESAGLIA
Il nostro paese, benché fuori dalle grandi vie di comunicazione,
dovette patire le angherie di ben 17 rastrellamenti ed in uno di questi, i
tedeschi arrestarono alcuni Partigiani nascosti dalla popolazione. In seguito a
questo fatto i tedeschi, per rappresaglia, minacciarono di incendiare il paese
e solo l’intervento del parroco, coadiuvato da qualche paesano coraggioso,
riuscì a farli desistere da tale proposito.
15 APRILE 1944
Vennero fucilati dalle “Brigate Nere”, nei pressi di Grange di Brione,
Mulatero Carlo (valtorrese di 25 anni) e Callet Elio.
5 SETTEMBRE 1944
Morì Negro Carlo, valtorrese di 22 anni, deportato in Germania.
19 NOVEMBRE 1944
Morì a Val della Torre Albrile Aldo, valtorrese di anni 29.
11 GENNAIO 1945
Fu catturato, seviziato, e fucilato dalla “Folgore Rep.”, il
Partigiano Gallo Albino (23 anni) originario di Val della Torre. Lo stesso
giorno Amedeo Tonani (Deo) fu intercettato da una squadra nazifascista mentre
dalla Madonna della Bassa scendeva verso Val della Torre. Nel conflitto a fuoco
Deo rimase gravemente ferito.
7 FEBBRAIO 1945
Avvenne la fucilazione, presso Brione, dei Partigiani: Farinelli
Lodovico (Parin), Fusari Mario (Cavour) e La Rosa Angelo (Cili).
9 MARZO 1945
Cadde in combattimento contro i nazifascisti, a Soglio d’Asti, Negro
Giuseppe, 23 anni, originario di Val della Torre.
12 MARZO 1945
Venne fucilato dalla “Folgore Rep.”, a Rivoli, Lucco Borlera Luigi,
valtorrese di anni 22.
MARZO 1945
La presenza del magazzino al Mulino di Punta nonché la vasta
estensione territoriale del comune di Val della Torre, fecero sì che, nel marzo
1945, il distaccamento Mulatero della 17a Brigata Garibaldi, fosse dislocato
sul costone che conduce a Madonna della Bassa con compiti di sorveglianza della
zona. Nello stesso mese, Cascina delle Monache diventò la sede
del distaccamento Faleschini in seguito all’accresciuta necessità di fornire
punti stabili di riferimento e d’appoggio ai gruppi partigiani.
23 MARZO 1945
Morì Lucco Borlera Giovanni, valtorrese di anni 24, deportato in
Germania.
APRILE 1945 - UN DOCUMENTO STILATO A VAL DELLA TORRE
Ai primi di aprile del 1945, fu deciso il rientro, dal colle del Lys a
valle, di Enrico Fogliazza (Kiro) commissario di guerra della 17a Brigata
“Felice Cima”.
Durante il tragitto verso la città, Kiro si fermò a Val della Torre e
proprio qui, prevedendo l’imminente insurrezione, venne stilato un documento
riportante alcune note di accompagnamento per i distaccamenti. Con Fogliazza
contribuirono alla redazione del documento Giancarlo Bisestri (Moretto) e
Ferrero.
In vista dell’insurrezione generale del 25 aprile, a Val della Torre prese
posizione parte del 1° battaglione della 17a Brigata Garibaldi (la rimanenza si
collocò tra S. Gillio e Pianezza).
24 / 26 APRILE 1945
Il Comitato di Liberazione Nazionale, la sera del 24 aprile, impartì a
tutti i Comandi di Zona l’ordine di insurrezione generale (Aldo dice 26 x 1).
La mattina del 25 l’ordine fu trasmesso dai Comandi di Zona alle formazioni
partigiane. La 17a Brigata Garibaldi, già dislocata a valle, si attestò sulla
linea Rivoli – Cafasse chiudendo un corridoio di fuga ai tedeschi in ritirata.
Il 26 aprile la maggior parte delle formazioni partigiane raggiunse Torino per
dare il proprio contributo alla liberazione del capoluogo.
6 MAGGIO 1945
La 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima” partecipò con giusto orgoglio
alla sfilata in una Torino finalmente libera e festante.
17 SETTEMBRE 1945
Morì a Torino il giovane Bertolotto Livio (Olivio su alcune fonti)
che, in quel tragico periodo fu deportato in Germania. Arrestato senza alcuna
colpa, il giovane, di appena 15 anni, fu tradotto in Germania da dove fece
ritorno, gravemente malato, alla fine del conflitto bellico e pochi giorni dopo
morì. Aveva 18 anni appena compiuti.
Il povero Livio ebbe il conforto di morire tra i suoi cari nella sua terra,
unica misera consolazione per una giovane vita stroncata dall’atrocità umana.
Il suo ricordo è rimasto nel cuore dei i valtorresi che gli hanno dedicato il
campo sportivo limitrofo alla parrocchia di Brione.
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